Alberto e Giovanni Manfredini's profile

2020 - Sala del Commiato nel cimitero di Coviolo

Bibliografia:
2020 - Identità dell'Architettura Italiana n. 18, Diabasis, Parma, pp. 96-97;
2022 - A.Rinaldi, Guida di Architettura contemporanea, Corsiero ed., pp. 100-101.

La soluzione nasce prevedendo la Sala del Commiato come struttura dotata di autonomia funzionale rispetto all'esistente complesso crematorio.
L’ingresso e l’uscita del feretro e dei partecipanti alla cerimonia avvengono direttamente dalla strada esistente. Il trasferimento del feretro alla zona di cremazione avviene, tramite la “Porta del passaggio”, percorrendo l’unico collegamento porticato previsto fra la nuova Sala e l’esistente crematorio.
In termini architettonici, la nuova Sala viene risolta con un intervento ipogeo artificiale, per focalizzare l’attenzione compositiva sulla qualità dello spazio interno, lasciando la percezione esterna del nuovo intervento percepibile come semplice modificazione del paesaggio.
La soluzione nasce dalla conformazione dello spazio interno che viene risolto con la primordiale scelta tipologica del “recinto” quadrato, spazio isotropo per eccellenza.
Concettualmente la configurazione dello spazio interno nasce dalla previsione di quattro diedri pieni, con i vertici coincidenti coi vertici del quadrato di base.
I diedri non si toccano, creando così quattro varchi verso l’esterno, nelle quattro direzioni cardinali, aperti sul paesaggio esterno.
I varchi, contrapposti a due a due, vengono collegati in copertura da coppie di portali che si incrociano al centro, determinando la posizione di un foro quadrato in copertura, che rappresenta la quinta apertura sull’esterno, ma in posizione zenitale.
Il ricorso figurativo a forme archetipiche primordiali, garantisce una “atemporalità” dell’intervento, garanzia di lunga durata, ma soprattutto di totale flessibilità negli usi e nelle interpretazioni che dello spazio interno potranno essere dati.
La stessa atemporalità viene perseguita tramite la assoluta “tettonicità” della scelta progettuale, in cui l’espressività viene data dalla sola tecnica costruttiva della struttura portante.
Il materiale è uno solo, il calcestruzzo armato gettato in opera, di colore grigio naturale, visibile nei muri pieni, nelle travi e solette di copertura, nei muri esterni di contenimento delle scarpate.
La spazialità interna nelle ore diurne viene drammatizzata in maniera mutevole, continua e inaspettata dalle proiezioni di luce esterna provenienti dalle quattro aperture sul paesaggio circostante e dal lucernario zenitale centrale. Pure quando è necessario il ricorso alla luce artificiale, la particolare disposizione dei corpi illuminanti enfatizza ulteriormente tale spazialità.
All'esterno si ha una sorta di architettura negata, dove solo il paesaggio campestre si modifica per coprire e proteggere la nuova Sala, assumendo una forma troncopiramidale in virtù delle quattro scarpate determinate dalla forma quadrata del manufatto da coprire.
La spazialità interna nelle ore diurne viene drammatizzata in maniera mutevole, continua e inaspettata dalle proiezioni di luce esterna provenienti dalle quattro aperture sul paesaggio circostante e dal lucernario zenitale centrale. Pure quando è necessario il ricorso alla luce artificiale, la particolare disposizione dei corpi illuminanti enfatizza ulteriormente tale spazialità.
Fuori, si ha una sorta di architettura negata, dove solo il paesaggio campestre si modifica per coprire e proteggere la nuova Sala, assumendo una forma troncopiramidale in virtù delle quattro scarpate determinate dalla forma quadrata del manufatto da coprire.
 
Soltanto il varco sud ovest presenta un’area esterna pavimentata
Nei varchi nord ovest e nord est sono invece i prati verdi ad essere accolti dai muri di contenimento delle scarpate, e arrivano quasi a lambire le vetrate della Sala.
Il varco sud est è risolto in maniera particolare, dovendo assumere il ruolo di “Porta del passaggio”, per i feretri che si avviano alla cremazione. I muri di contenimento delle scarpate non sono più divaricati ma paralleli, perché preludono al percorso coperto di collegamento al complesso crematorio. Tale percorso presenta un muro pieno sul lato sud, a formare uno schermo visivo a garanzia dell’intimità del trasferimento, mentre è completamente aperto sul lato nord, verso il “Giardino del ricordo”, grazie alla soletta di copertura a sbalzo dal muro sud. Tale soletta, con intradosso a m. 2,60 dalla quota di calpestio per ottenere una dimensione più intima, all’approssimarsi alla Sala del Commiato si inclina a salire, con la pendenza delle scarpate, sino a raccordarsi all’intradosso della soletta di copertura della Sala, posta a m. 5,00.
La flessibilità di utilizzo della nuova Sala è enfatizzata e favorita dalla voluta neutralità di trattamento dello spazio interno, privo di elementi aggiunti o di oggetti e simboli che possano in qualche modo condizionare il libero dispiegarsi di ritualità aderenti alle più diverse sensibilità.
Anche gli arredi saranno ridotti al minimo. Viene prevista, sul perimetro della sala definito dai diedri pieni, una seduta continua, una sorta di panca, realizzata in getto di calcestruzzo solidale ai muri perimetrali.
La scelta di realizzare la nuova Sala del Commiato come struttura ipogea artificiale nasce dall’intento di enfatizzare il ruolo funzionale e simbolico del suo spazio interno, in un certo senso negandone la percezione esterna. La nuova sala è però aperta verso il paesaggio circostante nelle quattro direzioni cardinali: i muri trapezoidali di contenimento delle scarpate sono divaricati, per favorire la visuale dall’interno verso le aree verdi esterne e al contempo creare spazi di sosta esterni, utili per ampliare la fruibilità dei riti in particolari occasioni.
L’accesso principale alla nuova Sala del Commiato avviene dal varco, l’unico pavimentato, posto in corrispondenza della strada esistente di accesso al forno crematorio. Gli altri varchi non prevedono pavimentazione, ma la semplice penetrazione delle aree verdi sin quasi alle vetrate di accesso.
Il varco sud est è trattato diversamente, per assumere il ruolo di “Porta del passaggio”, ossia indicare il percorso coperto che conduce il solo feretro all’atto finale della cremazione.
I riti di commiato che precedono le inumazioni o le tumulazioni in loculo utilizzano invece esclusivamente il varco principale pavimentato a sud ovest, dal quale avviene l’ingresso e uscita del feretro in tali occasioni.
I richiamati valori simbolici debbono trovare rispondenza anche nelle scelte dei materiali adottati, sia all’esterno che all’interno dei nuovi spazi.
La atemporalità delle scelte architettoniche effettuate si manifesta innanzitutto nella loro “tettonicità”, ottenuta nello spazio interno con l’utilizzo ed esibizione delle sole strutture portanti, in calcestruzzo di cemento armato a faccia vista, prive di ogni forma di rivestimento. All’esterno, una piramide artificiale di terreno ricopre completamente la struttura, lasciando visibili i soli varchi di accesso/uscita nelle quattro direzioni cardinali, descritti spazialmente dai muri trapezoidali di contenimento delle scarpate, ugualmente in calcestruzzo a vista, divaricati per creare spazi esterni “di soglia”, diversificati per funzioni e per soleggiamento, in ragione del diverso orientamento.
L’incrocio delle quattro travi descrive il foro quadrato centrale che, protetto da lucernario piramidale in policarbonato trasparente, proietta un fascio di luce sul pavimento. Tale fascio di luce, assieme a quelli provenienti dai varchi vetrati nelle direzioni cardinali, si sposta nel corso della giornata, a simboleggiare lo scorrere del tempo ed evidenzia un intimo legame con la naturalità dello spazio esterno.
2020 - Sala del Commiato nel cimitero di Coviolo
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2020 - Sala del Commiato nel cimitero di Coviolo

Si tratta della Sala del Commiato del cimitero di Reggio Emilia promossa dal Comune della città omonima

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