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LA LEGGE 194 // ARTICLE

La legge 194
Una conquista femminile a rischio
In Italia, l’approvazione della legge per il diritto all’aborto ha una storia complessa e travagliata. Ma se la legalizzazione dell’interruzione di gravidanza è stato un traguardo molto difficile da raggiungere per le donne del settantotto, ne è altrettanto complicata la tutela, per noi, donne del 2019. 
Roma, Milano, Ravenna e Verona sono i comuni italiani che negli ultimi mesi hanno proposto mozioni che puntano il dito alla legge, considerandola inefficace e causa principale del ricorso all’aborto quale strumento anticoncezionale. 
Le mozioni, che poco differiscono tra loro, propongono come soluzione l’investimeto di fondi comunali per la promozione di progetti filo-cattolici che possano guidare la donna in una scelta “più consapevole”. ​​​​​​​
“I progetti laici promossi dal comune”​​​​​​​
Verona è la prima città italiana a vedere promossa questo tipo di mozione. Il consiglio comunale inserirà nel prossimo assestamento di bilancio un finanziamento ad associazioni che operano nel territorio del comune. Le associazioni (progetto Gemma e Chiara) avranno il compito di guidare la donna nel corso della scelta, assicurandole un sostegno che possa farle valutare l’opzione migliore. Nonostante le associazioni in questione vengano dichiarate laiche, è necessario anche solo un veloce sguardo ai loro siti per comprendere la reale natura di questi progetti. Queste iniziative basano il loro pensiero su principi cattolici pro-vita, professano una visione estremista, in cui già al momento del concepimento si parla dell’embrione in termini di “vita umana”. 
I fondi donati a questo tipo di progetti, la cui posizione politica non è di per certo neutrale, potrebbero essere destinati ai consultori, che per legge hanno il dovere di informare sui diritti e i servizi garantiti alla donna, in maniera completamente imparziale. Anche i progetti riguardanti il pre-affido sono totalmente inutili, la 194 garantisce il diritto alla donna di lasciare il bambino in affido all'ospedale per una successiva adozione, restando anonima.​​​​​​​​​​​​​​
“La 194 non ha affatto debellato l’aborto clandestino”
La 194 dichiara che ogni ospedale debba assicurare il diritto all’interruzione di gravidanza, al tempo stesso garantisce il diritto ai medici di praticare l’obiezione di coscienza. 
In un paese in cui il 70% del personale medico è obiettore, solo il 59% degli ospedali risponde alla legge e garantisce il servizio. Non c’è da stupirsi, quindi, se il ricorso all’aborto clandestino è tuttora presente. La legge non è diretta causa di questo fenomeno, ma lo è la mancata applicazione. Il malfunzionamento nasce quando lo Stato non si abilita a inserire in ogni complesso ospedaliero almeno un medico che possa garantire il diritto. Di conseguenza, la mancanza di personale spinge molte donne a viaggiare in altre regioni per accedere al servizio o addirittura a ricorrere a metodi rudimentali e illegali per interrompere la gravidanza. Per ovviare a questo problema, basterebbe attuare trasferimenti di personale e nuove assunzioni. 
 “Manca all’appello una popolazione di 6 milioni di bambini”
Di certo non è la 194 a istigare le donne italiane all’aborto, anzi, dal 1986 al 2016 il numero di aborti è calato precipitosamente (da quasi duecentomila a ottantacinquemila). È riduttivo e semplicistico riversare la colpa sulla legge: 
l’aborto è certamente una scelta personale, ma è anche conseguenza di fattori politici e sociali che riguardano un certo periodo storico. 
Per diminuire esponenzialmente il numero di ricorsi alle interruzioni di gravidanza la chiave è la prevenzione. 
È strettamente necessario, se non urgente, inserire corsi obbligatori di educazione sessuale a scuola, che informino a trecentosessanta gradi i giovani sui contraccettivi, le gravidanze indesiderate e le malattie sessualmente trasmissibili.​​​​​​​
Quello che sta succedendo in Italia non è che un passo indietro e uno schiaffo alle migliaia di donne che, all’epoca, hanno lottato per garantirci un diritto fondamentale.  Non ha senso istituire nuove associazioni e regalare fondi comunali a progetti esterni, quando in Italia esiste già una legge completa e ben formulata, 
che non aspetta altro che essere ben applicata.
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A street reportage I did during a pro abortion demonstration organized as a response for the "Family World Congress" that had place in Verona. Th Read More

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