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Progettare un libro visivo

Il progetto consiste nella realizzazione di un libro visivo.
Per libro visivo si intende un prodotto editoriale che sappia esprimere, enfatizzandolo, il suo contenuto testuale, attraverso la sua veste grafica e fisica; ciò significa che tutti gli elementi comunemente pensati come parte integrante del concetto libro così come comunemente inteso, quindi stabili, sicuri, vengono messi in discussione diventando così oggetto di scelte di significato, aprendosi a nuove possibilità espressive.
Il progetto è stato realizzato su Mumbo Jumbo (1972) di Ishmael Reed, libro particolare ed eclettico, che si fa portavoce della rivendicazione del ruolo africano nella cultura occidentale, dall’antichità ad oggi, tinto di giallo e condito di magia, satira e black fantasy.

Il concetto della dualità, del bianco e nero, del conflitto, percorre come una spina dorsale il corpo testuale di Mumbo Jumbo, dividendolo in due metà figurate. 
Attraversa infatti la storia, i personaggi -concretamente e metaforicamente bianchi o neri, non si evolvono come persone, restano nella loro rigida dualità dall'inizio alla fine-, il conflitto continuo tra due grandi fazioni e tematiche ad esse connesse, ma anche lo stesso genere della satira, che per natura estremizza e parodizza un concetto, rendendolo bianco o nero, e lo stile dell'autore, caratterizzato da parole nette e definite.
Ho quindi scelto di farne un punto base del progetto del libro visivo, in quanto racchiude ed enfatizza visualmente i contenuti della storia di Reed.

Il concept è così nato con l'idea di dividere l’anima del libro, realizzandolo a rilegatura doppia, o "a doppia lettura": da una parte bianco, con il testo, e dall’altra nero, o meglio, prevalentemente nero, contenente una parte visiva. Uno stesso conflitto che convive nello stesso corpo ma senza avere rapporti. Una parte nera ed una bianca (non completamente): i due corpi sono opposti ma complementari, l’assenza di nero nella parte visuale corrisponde alla presenza di nero nella parte testuale, come viene spiegato qui di seguito.



Il libro visivo va ad assumere anche un significato rappresentativo dell’estetica Neo-HooDoo, una particolare concezione letteraria ideata dall'autore stesso, in cui “lo scrittore-stregone è libero di mescolare sincretisticamente gli ingredienti del testo come per una ricetta magica” (cfr. Enciclopedia Treccani), come se avesse attinto dall’anarchia di un mare di lettere sparse, inchiostro e parole che galleggiano nel nero caos, e grazie alla magia e alla sua sapienza ne avesse ricavato una storia tanto bella quanto miscellanea, confusa e criptica.
Questo lavoro a metà tra stregoneria e scrittura causa un disequilibrio nella fonte primaria -il mare di inchiostro- che per via del nero prelevato dallo scrittore per la creazione del testo ne fa abbassare il livello, che non coprirà più l’intera pagina, bensì circa tre quarti.
Tale disequilibrio viene però riequilibrato naturalmente dallo stesso inchiostro che, trasferitosi sul libro testuale, imprime del bianco i caratteri neri, e unendosi nello stesso oggetto-libro si vanno a completare, come lo ying (nero) e lo yang (bianco), concetto per altro comunemente attribuibile alla cultura cinese ma che avrebbe le sue radici negli insegnamenti del nero egizio Ermete Trismegisto (5500 a.C. circa).
Ecco di nuovo l’equilibrio, la lotta costante: bianco e nero, il conflitto che convive nello stesso corpo, in modo opposto e complementare.


La parte visiva del libro contiene le immagini che rappresentano il mare di inchiostro, fonte originaria della storia di Reed, scrittore-stregone che ne ha ricavato una storia magica, con alcune parole che vengono espressivamente a galla dalla massa di nero. Tali parole ricoprono un’importanza particolare, simbolica o di significato, all’interno nel libro.
Esprimono infatti i concetti fondamentali su cui il romanzo si basa, come una sorta di sommario visivo.
I concetti rappresentati dalle parole sono il movimento e l’irrequietezza che caratterizzano la storia, i modi satirici che l’autore utilizza in riferimento ai personaggi neri (“negretto”, “straniero maledetto”, “insolente animale di un negro” sono solo pochi esempi). Sono inoltre presenti parole che delineano la diversità tra la cultura nera, vivace e amante della vita -caratterizzata da enfasi, parole in movimento-, e quella occidentale, dedita all’odio -caratterizzata da stasi e rigidezza grafica-.

Altre situazioni grafiche si trovano a sfiorare il figurativo, come nel caso della parola sangue, contornata da schizzi d’inchiostro, cadavere, che sembra galleggiare a peso morto, o cannibalismo, le cui lettere si mangiano tra loro.

Le parole o frasi riferite ad un concetto di restrizione e odio, ovvero quello della civiltà occidentale, sono caratterizzate da un andamento piano della linea d’inchiostro, a suggerire graficamente una rigidezza.


Le parole vanno inoltre a collocarsi talvolta in zone convenzionali della pagina, laddove acquisiscono maggiore espressività, come la parola paura, che sembra voler scappare dalla pagina.


Volendo conferire all’inchiostro un’impressione di matericità, si è scelto di ricorrere alla stampa Risograph, una stampa povera, imprecisa, semi-analogica, il cui risultato si differenzia sensibilmente da quello di una stampante digitale, rendendo le immagini opache e particolari. 
Inoltre, la stampante rilascia talvolta, a causa della pienezza e dell’importante presenza del nero, alcuni piccoli getti di inchiostro che vanno ad arricchire le stampe esaltando il metalinguaggio dell’inchiostro, rappresentato ma anche realmente impresso sulla carta. La Risograph è una tipologia di stampa eco-friendly in quanto l’energia utilizzata è minima e gli inchiostri sono a base di soia. Questo sistema permette una elevata produttività di stampa mantenendo un basso costo.



Il libro di Reed, nella sua edizione originale, presenta alcune particolarità: ad esempio alcune frasi o parole che l’autore del libro vuole evidenziare vengono caratterizzate da uno stile tipografico diverso, oppure nella divisione in paragrafi, vengono utilizzate delle piccole sfere, una bianca e una nera.
Il recupero di tali particolarità, coincidenti con la volontà dell’autore ma appiattiti e sostituite con soluzioni più convenzionali nell’edizione italiana di Mumbo Jumbo, è un elemento che caratterizza il progetto. La stessa font Cooper Black è stata recuperata in quanto, utilizzata nell’edizione originale, porta con sè in qualche modo un sapore caratteristico dei tempi in cui il libro è stato scritto da Reed, ovvero quello degli anni '70.

Nella progettazione grafica del prodotto editoriale ci si è basati sul metodo di Jan Tschichold, che creò impostazioni grafiche e innumerevoli copertine per i libri Penguin Books. Dopo aver studiato a fondo i manuali medioevali e aver cercato di estrapolarne un codice che rendesse riproducibili quelle regole che rendono un libro alla vista tanto perfetto, giunge a trovare una regola, che concretizza nel diagramma di Villard, il quale attraverso le diagonali del rettangolo-pagina permette di creare una griglia di testo ottimale. Essa deve essere proporzionale alla dimensione della pagina, spiega Tschichold, così che risulti esservi un’armonia tra la proporzione della pagina e quella del blocco di testo. 

Ho inoltre realizzato, infine, a scopo presentativo, una breve animazione disegnata frame by frame che racconta la nascita dell'oggetto-libro.
Progettare un libro visivo
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Progettare un libro visivo

Progetto realizzato per il Laboratorio di Sintesi Finale presso il Politecnico di Milano

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