L’istinto alla cura si è evoluto nella storia dell’uomo in forme, dinamiche e contesti molto diversi diventando nella maggior parte dei casi parte integrante e significante delle caratteristiche culturali, sociali e morali. L’origine ancestrale di questa “predisposizione sociale” è strettamente legata alla sopravvivenza del singolo e della specie e ha trovato la massima espressione nel istinto di protezione tipico del genere femminile nel momento dell’accudimento della propria prole. Nel maschio la cura si è evoluta invece attraverso la predisposizione al controllo del proprio territorio inteso anche come sistema dominio di un clan o di controllo riproduttivo del proprio “harem”.

Il senso della cura è fortemente presente nei rituali sciamanici e religiosi come del resto in tutte le azioni psico-magiche che connettono l’uomo al mondo misterioso della natura o a quello di altre dimensioni trascendenti tra cui la morte. (Ritroviamo del resto questo concetto in stereotipi del linguaggio comune come: Dio ha cura del proprio popolo, la natura delle proprie creature, la madre dei propri figli).

 
Comunità e Canile si prendono cura dei propri soggetti e la qualità di vita dei singoli in entrambi i casi è più che buona ma necessita di essere arricchita sul piano delle relazioni. Questi ragazzi infatti si prendono cura dei cani, personalmente scelti, attraverso un’adozione simbolica (Es. non possono portarli fuori dalla struttura canile) e attuano con questi delle pratiche di accudimento semplici ma periodiche (spazzolatura e pulizia, piccola medicazione, preparazione del cibo e lavaggio delle ciotole e suppellettili). 

Il giorno fissato per il nostro incontro i ragazzi sono arrivati col pulmino accompagnati dagli assistenti ed educatori del Centro. Avevamo previsto le medesime attività come ogni mercoledì mattina, alla stessa ora e negli stessi luoghi. Ma a cambiare il gioco tra le parti,  è stata l’introduzione di un’unica variante: l’utilizzo nelle riprese del tavolo chirurgico veterinario in acciaio come supporto. L’introduzione di questo elemento fortemente distopico ha generato infatti lo scompenso e la tensione necessaria perché si rivelasse l’accudimento sistemico tra le parti. Per questa ragione sono emerse da entrambe le parti (cani e uomini) reazioni emotive come la paura, l’ansia, la vergogna, la gioia, l’amore e la sorpresa.
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