Flaminia Potenza's profile

Ho scritto un libro

Il libro mai scritto 
Estratto del capitolo "Il male e le complicazioni progressive"
[…] Contemporaneamente, nella pasticceria all’angolo, una pasticciera aveva le mani in pasta. Dopo aver unito tuorli, zucchero, lievito e farina, sciolto i cubetti di cioccolata con il burro e unito le parti, mischiava con cura fino ad ottenere il tanto atteso “composto omogeneo”. Solo a quel punto aggiungeva un ingrediente discordante. 
Preso un barattolino tondo accanto alle spezie, vi immergeva l’indice e il pollice, faceva attaccare dei granelli trasparenti alle dita umide di impasto e li lasciava scivolare distrattamente nel composto. La comodità del gesto tradiva l’abitudine. Lei, appena uscita da lezione, passò davanti alla vetrina piena di cioccolata e torte candite e fu testimone di quel gesto sleale. Come a rallentatore, vide i granelli di sale lanciarsi nel composto e nascondersi abili nella cioccolata, uno per uno. Sedotta e sorpresa da quel trucco da mago, entrò. 
Quella stanza aveva un odore dolceamaro di spezie, frutta, cioccolata e forni caldi. Tutti gli odori concorrevano per arrivare primi al suo naso. Lei, al contrario, raramente si faceva avanti. Non era una persona loquace e preferiva ascoltare. Amava pensare a lungo, ragionare. Come se prima di esprimersi avesse bisogno di un irragionevole lasso di tempo per capire. La vita era complicata e compromessa ai suoi occhi, per cui le risultava spesso difficile distinguere fatti ed emozioni. Bisognava stare attenti, ogni giudizio doveva avere la giusta dose di valutazione del contesto, considerazione dei sentimenti e rispetto per gli altri e per se stessi. Quel giorno, però, non le dispiacque parlare. […]
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